AL DI LA’ DEI COMANDAMENTI 

Questo post è stato pubblicato come una serie di “Un Miracolo Ogni Giorno” e successivamente come piano Youversion


(01) Al di là dei comandamenti 

Probabilmente conosci i 10 comandamenti, che Dio ha consegnato a Mosè sul monte Sinai e probabilmente li stai osservando, ma lo sai che in Cristo, abbiamo un patto nuovo e migliore? 

Iniziamo oggi una serie di meditazioni per illustrare che, in Cristo, andiamo al di là dei comandamenti. Il motivo è semplice: il patto mosaico è superato! E non si tratta soltanto dei dieci comandamenti, ma di tutta la Legge rivelata a Mosè (613 prescrizioni, di cui 365 divieti).  

Nel patto mosaico, nessuno (tranne uno), è mai riuscito ad osservare tutta la legge, ma la Bibbia è chiara: ‘Poiché chiunque avrà osservato tutta la legge, e avrà fallito in un solo punto, si rende colpevole su tutti i punti’. (Giacomo 2:10) 

Ora, un unico uomo è riuscito ad osservare tutta la legge, senza fallire in un solo punto: Gesù. Ecco perché il sacrificio di Gesù sulla croce è il sacrificio di un autentico innocente, di un agnello senza macchia. Infatti, nel momento della sua morte, ha detto: “è compiuto” (Giovanni 19:30). Una delle conseguenze di queste parole è che anche la legge è compiuta, è superata. Chi sta nel patto con Gesù non sta sotto la legge mosaica che era valida soltanto per il popolo ebraico, iniziata dal monte Sinai. Il nuovo patto per tutti è arrivato con la morte di Gesù sulla Croce e la sua resurrezione! 

annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace.’ (Efesini 2:15 vers.C.E.I.) 

Nei prossimi giorni, amico mio, voglio meditare con te su quanto sia migliore questo patto, e come in Gesù andiamo al di là dei comandamenti.

Grazie di esistere, 

Emmanuel Gau 


(02) Non avrai altri dei davanti a me 

‘‘Io sono l’Eterno, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dei di fronte a me. Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a quelle cose e non servire loro, perché io, l’Eterno, il tuo Dio, sono un Dio geloso che punisco l’iniquità dei padri sopra i figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà fino a mille generazioni verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.’ (Deuteronomio 5:6-10) 

Nel vedere come, nel Nuovo Patto, andiamo al di là dei comandamenti, iniziamo dai primi due che possiamo riassumere così: sono l’unico Dio e dovrai adorare soltanto me (perdona questa semplificazione estrema, amico mio). 

Basta leggere i libri storici della Bibbia, in particolare Giudici e Cronache, per accorgersi che molto spesso il popolo ebreo ha accolto nel suo mezzo divinità straniere e altrettante volte è ritornato all’Eterno. 

Per noi oggi si tratta di altri idoli. Cerchiamo soldi, fama, gloria, appagamento sessuale, sostanze stupefacenti… prima di cercare Dio? A chi o a cosa diamo la priorità? A chi o a cosa va il nostro tempo, i nostri pensieri, i nostri soldi? 

  • al lavoro 
  • alla TV? 
  • a qualcuno? 
  • alla ricerca del successo? 
  • ad una passione qualsiasi? Non è negativo coltivare un hobby, ma lo diventa se prende il primo posto nella tua vita.  

Caro amico, non ti devi preoccupare degli idoli se segui quello che ha detto Gesù: ‘ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua e con tutta la forza tua’. (Marco 12:30) 

In tutto quello che fai, incluso hobby, lavoro, divertimento, ecc… invita il Signore. È il modo migliore per assicurarti ch’Egli sia al primo posto. Consacra tempo ed energia per cercarlo ogni giorno. Non ci sarà più spazio per gli idoli nella tua vita! 

Grazie di esistere, 

Emmanuel Gau 


(03) Non usare il nome dell’Eterno invano 

Non usare il nome dell’Eterno, del tuo Dio, invano, poiché l’Eterno non terrà per innocente chi avrà usato il suo nome invano.’ (Deuteronomio 5:11) 

Dio ha iniziato la Sua relazione con Mosè rivelando il proprio nome (Esodo 3:14). Questo nome viene oggi conosciuto come “il tetragramma” (ossia, 4 lettere). È composto di 4 consonanti, perché a quei tempi non si usava scrivere le vocali (potrebbe essere Yahwé, o Jehovah). Proprio per il comandamento che esaminiamo oggi, gli ebrei non pronunciavano questo nome. Anche per scriverlo, quando trovavano questo nome, gli scribi hanno preso l’abitudine di scrivere Adonai (Signore). Nelle nostre versioni italiane, troviamo spesso “il Signore” o “l’Eterno”. Ancora oggi, la maggior parte degli ebrei non scrivono nemmeno “Dio” ma usano scrivere “D_o”. 

Gesù ci ha portato un nuovo modo di relazionarci con Dio, chiamandolo “Padre” (Matteo 6:9). Credo sia molto importante che manteniamo la nostra relazione con Dio molto aperta e fiduciosa, come quella di un bambino con il proprio genitore. Ad esempio, non esitiamo mai ad accostarci a Lui, anche (e forse soprattutto) quando abbiamo commesso uno sbaglio, perché in Lui c’è il perdono e la possibilità di ripartire. 

Allo stesso tempo, non dobbiamo mai dimenticare ch’Egli è il Dio di giustizia, e ricordare che è necessario mantenere il rispetto e il timore che ci insegna il popolo ebreo. 

Così, ancora una volta, amico mio, sei invitato ad andare al di là del comandamento: che il nome di Dio ti incuta un sano timore, ma sei anche invitato ad entrare in una relazione intima con Lui. Hai ricevuto lo Spirito Santo che vive in te, sei pienamente suo figlio, amato e accettato. 

Grazie di esistere, 

Emmanuel Gau 


(04) Osserva il giorno di sabato 

Rispetta il giorno di sabato e consacralo a me, come io, il Signore, tuo Dio, ti ho comandato: hai sei giorni per fare ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato consacrato al Signore, tuo Dio. Non farai nessun lavoro né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bue, né il tuo asino e nessuna delle tue bestie, e neppure il forestiero che abita presso di te. Così il tuo schiavo e la tua schiava potranno riposarsi come te. “Ricordati che sei stato schiavo in Egitto, e che io, il Signore, tuo Dio, ti ho fatto uscire di là con la mia potenza grande e straordinaria; per questo io, il Signore, tuo Dio, ti ordino di osservare il giorno di sabato.’ (Deuteronomio 5:12-15, TILC) 

Il rispetto del sabato è in vigore ancora oggi in Israele e per gli ebrei praticanti. Secondo la legge mosaica, il non rispetto del sabato deve essere punito con la pena di morte (Esodo 31:14)! 

Si può dire che il sabato è un simbolo specifico del popolo ebraico, il simbolo del patto mosaico. Infatti oggi, almeno nei paesi cristiani, vi è l’abitudine di praticare un giorno di riposo, ma generalmente non è il sabato. In ogni caso, la non-osservanza non è punita in nessun modo! 

È interessante notare che per Gesù il sabato è frequentemente motivo di scontro con i religiosi. Gesù non ha mai infranto il comandamento (i religiosi aspettavano solo questo per condannarlo a morte), ma lo ha spogliato delle tradizioni aggiunte dagli uomini, riportandolo al senso originale: un dono di Dio per l’uomo! 

Notiamo che secondo la legge mosaica, il sabato non era un giorno da dedicare alla preghiera comunitaria in sinagoga (come sancito dagli uomini), bensì un giorno privo di attività, un giorno per stare in famiglia, godersi del tempo insieme, meditare, riposare… 

Come andare oggi al di là di questo comandamento? Credo sia buono avere un giorno di riposo alla settimana. È anche importante godersi la famiglia ogni giorno, come cercare la comunione con Dio ogni giorno. Solo in Dio trovi il vero riposo. 

Grazie di esistere, 

Emmanuel Gau 


(05) Onora tuo padre e tua madre 

Onora tuo padre e tua madre, come l’Eterno, il tuo Dio, ti ha comandato, affinché i tuoi giorni siano prolungati, e tu sia felice sulla terra che l’Eterno, il tuo Dio, ti dà.’ (Deuteronomio 5:16) 

Questo comandamento viene ricordato da Gesù, che rimprovera i farisei per la loro errata applicazione. (Matteo 15:3-9). 

In un altro passaggio, invece, sembra che Gesù ci comandi di “odiare” i parenti: ‘Se uno viene a me e non odia suo padre, e sua madre, e la moglie, e i fratelli, e le sorelle, e persino la propria vita, non può essere mio discepolo.’ (Luca 14:26). Ovviamente, Gesù non ci comanda di “odiare”, perché vorrebbe dire andare contro tutto il resto dei suoi insegnamenti. In questo passo, anche per la forma grammaticale del testo originale ebraico, sta semplicemente dicendo di dare la priorità al fatto di essere un suo discepolo. 

Infine, notiamo che questo comandamento viene ripreso da Paolo quando esamina come ci dovremmo comportare con genitori, figli, mariti e mogli, servi e padroni. Ricorda anche che questo è il primo comandamento con promessa (Efesini 6:2). 

Quale conclusione possiamo trarre? Anche in questo caso, il discepolo va al di là del comandamento. Dobbiamo avere particolarmente cura dei nostri genitori, non abbandoniamoli, non troviamo scuse per non accudirli se ne hanno bisogno. Al tempo stesso, il loro accudimento non potrà essere un pretesto per venire meno nella nostra relazione con Dio e nell’annuncio del Vangelo. 

Oggi, amico mio, perché non approfitti dell’occasione per benedire i tuoi genitori? Se sono ancora in vita, chiamali e dì loro che li ami.  

Grazie di esistere, 

Emmanuel Gau 


(06) Non uccidere 

Non uccidere.’ (Deuteronomio 5:17) 

Queste due parole sono abbastanza semplici da capire e sono presenti in tutte le culture. Ogni legge penale prevede una punizione per la sua trasgressione. Eppure, alcuni stati che esigono il rispetto di questa legge, muovono guerre nelle quali si deve uccidere per forza, mentre altri prevedono la pena di morte. 

In alcuni casi, anche la legge mosaica prevedeva la pena di morte (come ad esempio per adulterio o il non rispetto del sabato). Israele ha inoltre messo a morte il suo Dio incarnato, l’unico giusto e poco dopo, ha decretato la morte di Stefano, il primo martire della chiesa. 

Tutto questo per dire che anche per un comandamento condiviso all’ unanimità, le cose non sono semplici come sembrano. Ma cosa ha detto Gesù riguardo questo comandamento? 

Ancora una volta, Gesù va molto al di là del comandamento. In Matteo 5:21-24, troviamo che non solo uccidere ma anche adirarsi contro tuo fratello (il tuo prossimo) costituisce una trasgressione del comandamento stesso. Non so te, amico mio, ma in questo caso, ci sono giorni in cui lo trasgredisco diverse volte! 

Gesù va anche oltre, dicendo che non si può neanche dire “raca” (indegno, che non vale niente) o “pazzo” (folle, insensato, empio, senza Dio) senza essere giudicati. 

Riassumendo, non fermarti all’ammonimento di non uccidere, ma vai oltre: non adirarti, non offendere, non insultare. Tutto ciò è possibile farlo, solo se proviene da un cuore pieno d’amore per il prossimo. In Filippesi 2:3 leggiamo: “Stimiamo gli altri superiori a noi stessi “. Seguiamo l’esempio di Gesù, stimiamo gli altri e serviamo gli altri, che lo meritino o meno, come scritto in Giovanni 13:2-5. 

Spero che queste riflessioni possano incoraggiarti e renderti umile nel riconoscere il tuo bisogno della grazia di Dio! 

Grazie di esistere, 

Emmanuel Gau 


(07) Non commettere adulterio 

Non commettere adulterio.’ (Deuteronomio 5:18) 

Oggi in tutto il mondo si tende a banalizzare l’adulterio. Molte commedie cinematografiche cercano di giustificarlo e di fare sembrare l’adulterio una cosa da poco. Perfino il vocabolario contribuisce a questa banalizzazione, quando parliamo di “scappatella” ad esempio. Invece si tratta di qualcosa che distrugge le famiglie e fa soffrire tantissimo. 

Spero per te, amico mio, che tu non sia caduto in questa trappola. Se hai commesso o stai commettendo adulterio, sappi che Gesù ti vuole perdonare. Pentiti e torna da Lui. Se invece sei vittima perché tuo coniuge ti tradisce, anche in questo caso Gesù ti vuole consolare e vuole guarire la tua ferita dell’anima. 

Cosa dice Gesù di questo comandamento? Ancora una volta, va molto oltre il comandamento! Troviamo in Matteo 5:27-30 che anche “guardare una donna per desiderarla” vuol dire peccare di adultero per Dio! Gesù suggerisce in senso metaforico di cavarsi l’occhio o mozzare la nostra mano piuttosto che cadere nel peccato! 

Sono particolarmente sensibile a questo argomento: perché sono stato dipendente dalla pornografia e avrei dovuto quindi “cavarmi l’occhio” tantissime volte! Oggi devo essere molto attento a ciò che i miei occhi guardano e ai miei pensieri. 

Credo che sia proprio questo il punto: l’atto in sé, il commettere adulterio è solo la conclusione di un peccato iniziato molto prima nel nostro cuore e nella nostra mente. Per non peccare, dobbiamo quindi “custodire il nostro cuore” (Proverbi 4:23).. Cerca il Signore con tutto il tuo cuore, amico mio. 

Grazie di esistere, 

Emmanuel Gau 


(08) Non dare falsa testimonianza 

Non attestare il falso contro il tuo prossimo.’ (Deuteronomio 5:20) 

Il comandamento sembra circoscritto ad un caso specifico: la testimonianza in un tribunale, in cui dicendo il falso, potresti far condannare un innocente o assolvere un colpevole. Possiamo tuttavia fare il medesimo errore anche nella nostra quotidianità. Pensiamo ad esempio cosa potrebbe accadere quando divulghiamo maldicenze nei confronti di qualcuno e al danno che potremmo arrecare alla persona in questione.   

Cosa dire poi delle “bugie bianche”? O delle affermazioni tendenziose usate solo per risolvere provvisoriamente una situazione? Come dobbiamo comportarci? 

In ogni circostanza, il nostro esempio deve essere sempre Gesù. Cosa ha detto Lui al riguardo? In Matteo 5:33-37, Gesù ci chiede di non giurare neanche per la verità. La nostra parola deve avere un grande valore: “sia il vostro parlare: Sì, sì; no, no; poiché il di più viene dal maligno.” 

Gesù equipara la bugia all’operato del maligno e lo ribadisce anche in Giovanni 8:44. Da questi passi risulta chiaro che dire qualcosa che non è vero, apre la porta al nostro nemico, cosa che dobbiamo assolutamente evitare. 

Prendi l’abitudine di non mentire, senza mai dimenticare l’amore. Così facendo ne trarrai un grande vantaggio: assomiglierai sempre più a Dio, Colui che non può mentire (Tito 1:2), il tuo parlare avrà un grande valore e imparerai a dare il giusto peso alla parola di Dio e alle sue promesse. 

Prego per te, amico mio. 

Grazie di esistere, 

Emmanuel Gau 


(09) Non concupire 

Non concupire la moglie del tuo prossimo, e non bramare la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né nessuna cosa che sia del tuo prossimo.’ (Deuteronomio 5:21) 

Ti capita mai di essere geloso? La gelosia è il primo passo della concupiscenza.  

Questo comandamento affronta un argomento che non per forza viene rivelato esteriormente, in quanto la concupiscenza può essere non manifestata.  

Ti ricordi quando Gesù va al di là del comandamento di “non uccidere” o di “non commettere adulterio”? (Voi avete udito che fu detto… ma io vi dico… Matteo 5:21-22,27-30) Gesù ci insegna a non fermarci all’apparenza, ma a guardare al nostro cuore e anche in questo comandamento del non concupire afferma la stessa cosa.  

Questo comandamento anticipa l’insegnamento di Gesù! 

Ma perché Dio non vuole che invidiamo quello che appartiene al nostro prossimo?  

  • Se guardi la moglie di un altro, o il marito di un’altra donna, il tuo desiderio potrebbe spingerti a commettere adulterio 
  • Se desideri i beni di un’altra persona, questo potrebbe portarti a compiere azioni malvagie pur di ottenerli. 

Ma il motivo principale, credo che tu, amico mio, non debba essere invidioso di nulla e di nessuno, perché sei unico e speciale agli occhi del Padre e nessuno potrà mai sostituirti.  

Sai che se hai bisogno o desideri qualcosa conforme alla Parola di Dio, puoi chiedergliela e Lui te la darà? (Giovanni 15:16) Non perdere tempo a invidiare quello che hanno o fanno gli altri, ma investi il tuo tempo nella tua relazione col Padre! 

Sei speciale e unico, amico mio. 

Grazie di esistere, 

Emmanuel Gau 


(10) Ama 

Oggi terminiamo la nostra serie “al di là dei comandamenti”. Quando si è trattato di riassumere i comandamenti, Gesù ha detto: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta l’anima tua, e con tutta la forza tua, e con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso” (Luca 10:27) 

Ci sono 3 tipi di persone che sei chiamato ad amare: 

  • Dio (con tutto il cuore, tutta l’anima, tutta la forza e tutta la mente) 
  • il tuo prossimo 
  • te stesso 

In questa lista, Dio ha il più alto livello di priorità perché da Lui proviene l’amore per te stesso e per il tuo prossimo. Come fai ad odiare qualcuno se sai che Gesù ha dato la vita per lui, per lei e per te stesso? 

Nella sua lettera ai Romani l’apostolo Paolo scrive: ‘L’amore non fa alcun male al prossimo; l’amore, quindi, è l’adempimento della legge.’ (Romani 13:10) 

Ecco perché nel Nuovo Patto in Gesù, possiamo dire di essere al di là dei comandamenti. I comandamenti non sono aboliti, ma superati (Matteo 5:17) 

Se hai l’amore, amico mio, non hai bisogno di tenere presente la lista dei comandamenti, perché li metterai in pratica in modo spontaneo, non soltanto per obbedienza. 

La legge era un passo avanti (ad esempio verso i diritti umani e la protezione dei deboli), ma il patto d’amore in Gesù ne è il punto di arrivo, il compimento, l’obiettivo da raggiungere, l’apice più alto di libertà. 

Non puoi sbagliare in quello che fai per amore, amico mio! 

Grazie di esistere, 

Emmanuel Gau 


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *